Usseglio è territorio di testimonianze antiche: quelle più importanti finora trovate sono conservate nel Museo. In ordine cronologico le più antiche sono alcune armi risalenti al VI-V secolo a.C., seguite da due are votive di epoca romana, rinvenute sui monti di Usseglio nei secoli scorsi.
Si tratta di due blocchi di pietra alti più di un metro, a forma di parallelepipedo, recanti rispettivamente dediche al dio Ercole e al dio Giove. Giove ai tempi dei Romani era il protettore dei valichi alpini; nel Medioevo è stato sostituito dal culto a San Bernardo d’Aosta, di cui il museo conserva una preziosa scultura in altorilievo del XIV-XV secolo.
La scultura raffigurante San Bernardo d’Aosta o delle Alpi è molto affascinante per diversi motivi:
- è una delle più antiche testimonianze del luogo in quanto potrebbe risalire al XV secolo. Sulla scultura sono presenti numerosi graffiti e date, la più antica delle quali indica il 1544. Il primo riferimento documentale della scultura è la Visita Pastorale in Valle del 1843;
- è una tipologia di rappresentazione originale del santo. Si tratta infatti di un altorilievo invece di una più frequente raffigurazione pittorica o scultura a tutto tondo;
- è realizzata in una pietra locale, la “pietra verde” delle Valli di Lanzo. Si tratta di un cloritoscisto a grana fine di colore verde, presumibilmente proveniente dall’Alpe Pietra Morta, che si trova poco sopra Malciaussia, frazione di Usseglio destinata all’alpeggio estivo;
- è nella memoria collettiva degli ussegliesi che la scultura sia da sempre conservata nella cappella di San Bernardo a Malciaussia. Dal 2015, per ragioni conservative, è stata collocata nel Museo.
Tutti questi aspetti inducono a fare supposizioni suggestive: la scultura potrebbe essere stata eseguita nella zona di Malciaussia da qualche artista di passaggio o da un abile pastore impegnato nel pascolo estivo di pecore. Quindi l’opera sarebbe sempre rimasta nella zona. Inoltre, si può ipotizzare che l’artista abbia voluto dedicare la sua opera a San Bernardo d’Aosta, in quanto era considerato il protettore dei valichi alpini e proprio da Malciaussia si può raggiungere il valico con la Francia attraverso il Colle dell’Autaret.
Sull’intero arco alpino vi sono numerose rappresentazioni di San Bernardo, che di solito viene rappresentato, come in questa opera di Usseglio, in età giovanile, vestito da arcidiacono, nell’atto di trattenere un diavolo con una catena o con la stola. Questa rappresentazione si basa sul racconto contenuto in una falsa agiografia prodotta nel Quattrocento, che racconta di Bernardo fuggito la notte prima del matrimonio (che ostacolava dunque la sua vocazione religiosa), sul colle Colonne-Joux, dove armato della sua fede avvolse con la stola la statua di Giove (il diavolo) che fu definitivamente vinto e incatenato.
San Bernardo, arcidiacono di Aosta, praticò soprattutto l’assistenza e l’ospitalità fondando l’ospizio sul colle del Mont-Joux (Gran San Bernardo) e probabilmente anche quello di Colonne-Joux (Piccolo San Bernardo). Nato verso il 1017-1020 in Valle d’Aosta, morì nel 1081 e le sue spoglie si trovano ora nel Duomo di Novara. Il 4 agosto 1923, Papa Pio XI, alpinista riconosciuto, lo proclamò patrono degli alpinisti, degli abitanti delle Alpi e della montagna.
Nella stessa sala sono inoltre esposti alcuni dipinti di carattere religioso del XVI e XVIII secolo, di buona fattura artistica e alcuni documenti storici.